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SCUOLE CALCIO o AZIENDE CALCIO? – Quando la “retta” è più importante dei valori…

Ormai è risaputo che, in generale, andiamo verso una società sempre più materialista, dove tante persone, pur di avere più denaro, sono disposte a calpestare qualsiasi valore, a volte perfino la propria dignità. Purtroppo ogni anno che passa osservo che il limite a tutto questo si sta spostando sempre più in là, e questo, da persona che crede fermamente in determinati valori, mi fa male. A maggior ragione quando a farne le spese sono dei bambini.


Partiamo dal presupposto che il 99% delle cosiddette “scuole calcio” sono delle ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica) e sono quindi senza scopo di lucro per legge. Tralasciando questo aspetto formale, passiamo alla sostanza: abbiamo a che fare con l’educazione sportiva dei bambini, dobbiamo insegnargli dei valori importanti che sono insiti nello sport, come la meritocrazia, la lealtà, la correttezza, l’onestà, l’importanza di fare gruppo, lottare insieme verso un obiettivo e tanti altri. Questo fa una SCUOLA. E per potersi definire SCUOLA calcio, ci sono delle cose che non possono mancare:


– REGOLE UGUALI PER TUTTI


Come in ogni SCUOLA, anche nella scuola calcio ci sono dei principi e delle regole che devono valere per tutti. Facciamo qualche esempio: se c’è una regola che dice che chi fa tardi ad una partita inizia fuori, questa deve valere sia per il più bravo, sia per il meno bravo, sia per il figlio dello “sponsor”. Idem per quanto riguarda l’importanza degli allenamenti: se c’è una regola che dice che senza allenamenti in settimana non si può essere convocati, deve valere per tutti: non è che se un genitore si lamenta con il presidente minacciando di andar via, improvvisamente il figlio viene convocato anche con zero allenamenti. Se alla prima lamentela crollano le regole, crollano le fondamenta per potersi definire scuola.


– ONESTA’, CORRETTEZZA, LEALTA’ (FAIR PLAY)


Se vogliamo definirci SCUOLA calcio, non possono mancare questi valori. Pochissimi ragazzi diventeranno calciatori professionisti, ma tutti diventeranno uomini, ed è compito della SCUOLA calcio (insieme alla scuola ed alla famiglia) far sì che diventino uomini di valore (e di valori). Questo significa insegnargli ad essere onesti, corretti e leali in campo, anche se questo dovesse significare perdere una partita, il guadagno in termini assoluti sarebbe enormemente più grande. Le partite ed i campionati bisogna vincerli grazie all’impegno, alla forza di volontà, alla passione, alla preparazione ed alla qualità della propria squadra, di certo non grazie ad imbrogli, sotterfugi, o “furbizie”. Sposo il motto “Crediamo nella vittoria, ma non a qualunque prezzo”. Al di là del tifo, sentire “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” (specialmente nella scuola calcio) mi fa ribrezzo, non me ne vogliano i tifosi della società che utilizza questo motto.


– MANTENERE GLI IMPEGNI PRESI


Questo è un punto che ritengo particolarmente importante, perché è uno di quelli meno rispettati. Vale per tutti: società, allenatori, genitori. Partiamo dai genitori: dal momento che iscrivo un ragazzo ad una scuola calcio, mi sto assumendo un impegno, ed anche bello gravoso. Quando lo faccio devo essere consapevole di quello che sto facendo. Significa dover fare 2/3/4 allenamenti a settimana ed 1 o 2 gare nel week-end, ogni week-end, da settembre a giugno. E’ un impegno che prendo con la società, con la squadra, con l’allenatore, con i compagni e devo rispettarlo. Se non lo faccio perché ho la casa al mare/in montagna e devo farmi i week-end fuori, sto dando un pessimo esempio a mio figlio. Se ogni volta che ho altro da fare/si scoccia/piove/ecc… non lo faccio andare ad allenarsi o a giocare, sto dando un pessimo esempio a mio figlio. Lui imparerà che il suo ego viene prima di qualsiasi impegno preso, e che un domani ogni volta che non avrà voglia di presentarsi ad un appuntamento preso, potrà tranquillamente non farlo. Passiamo alle SCUOLE calcio: se una società iscrive una squadra ad un campionato, è tenuta a rispettare questo impegno che prende con i suoi iscritti e con le altre società, per tutta la durata del campionato. Non presentarsi alle partite alla prima difficoltà, vuol dire dare un pessimo esempio a tutti i propri iscritti, oltre che mancare di rispetto alle altre società partecipanti. Quindi la società ha il compito di fare in modo che i propri iscritti mantengano gli impegni presi, e se qualcuno manca di rispetto, prendere provvedimenti, anche se può significare perdere qualche retta. Anche in questo caso, il guadagno a medio-lungo termine sarà enormemente superiore a quanto perduto.


Spesso come allenatore mi ritrovo a combattere queste situazioni, ma è una guerra che posso vincere solo con il supporto delle società e delle famiglie SANE, che devono essere pronte a prendere posizione quando si viene meno a certi valori.


Come dicevo all’inizio, purtroppo di SCUOLE CALCIO degne di questo nome ne vedo sempre di meno. Sta cambiando anche la terminologia, un po’ di tempo fa andai a fare un colloquio in una società abbastanza blasonata, il cui presidente utilizzava frasi come “devo piazzare il PRODOTTO” (sentir definire un ragazzino “prodotto” mi fece venire la pelle d’oca), “devo mantenere il CLIENTE”, oppure “so che è sbagliato, ma CE LO CHIEDE IL MERCATO” (riferito al far giocare ad 11 gli esordienti primo anno). Un’altra società mi ha mandato via dopo un mese (senza fare neanche una partita di campionato) perché mi sono permesso di non assecondare i diktat di alcuni genitori sponsor, rispondendo semplicemente “giocherà di più chi meriterà di più”, “se si impegnerà avrà il suo spazio”, “se vuole giocare nel primo gruppo deve venire ad allenarsi anche se piove” e frasi simili. Mi hanno chiamato tutte le famiglie “sane” per dirmi quanto fossero indignate dal mio esonero, ma nessuno di loro ha mosso un dito. L’azienda ha vinto: ZERO sponsor persi, ZERO rette perse. Certo, i valori sono andati a farsi benedire, ma evidentemente per loro era un danno collaterale accettabile: la scuola ha perso.

Con questo articolo non voglio dare lezioni a nessuno, ho semplicemente espresso cosa significhi fare DAVVERO scuola calcio secondo me. E’ un mio pensiero, tutto qui.


Mi sento di fare un appello a tutti coloro che corrono appresso alle rette, senza curarsi minimamente dei valori: cancellate la parola SCUOLA e sostituitela con AZIENDA, sarebbe molto più onesto.


Mr. Alessandro Zenone

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